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Le bellezze nei dintorni di Bari… “ GRAVINA IN PUGLIA ”

Gravina in Puglia

Gravina in Puglia

Gravina in Puglia, fino al 1863 chiamata Gravina, noto anche come Gravina di Puglia è un comune di 43.860 abitanti della città metropolitana di Bari. Ospita la sede del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.

Il comune di Gravina è situato nei contrafforti, tra il pre-appennino lucano e l’altopiano delle Murge. A sud confina con la Basilicata. Ha un’estensione territoriale di 384,74 km2, che ne fanno il 21° comune italiano per estensione territoriale. Il toponimo “Gravina” proviene dalle gravine: spaccature della crosta terrestre simili a canyon. Sul motto riportato sul gonfalone cittadino vi è scritto “Grana dat et vina” (trad. “offre grano e vino”), attribuito alla città da Federico II di Svevia, il quale amava questa città tanto da definirla “giardino di delizie”.

Egli, infatti, fece realizzare in loco un castello, del quale restano delle rovine visitabili, che aveva la funzione di ospitare lui ed i suoi uomini, prima e dopo le battute di caccia svolte nel territorio murgiano. Grazie alla posizione strategica dei vari abitati, Gravina può vantare una storia antichissima. Il suo territorio risulta essere stato abitato già dal Paleolitico antico, data l’alta presenza di acque nel torrente della Gravina, mentre i resti più consistenti risalgono al Neolitico, sin dal 5950 a.C. (Casa S. Paolo e Ciccotto).

Il Castello Svevo: Voluto dall’imperatore Federico II, fu costruito sulla sommità di una collina a nord della cittadella tra il 1223 e il 1231, paragonato dal cronista Villani alla Porta di Capua e al Castello Capuano di Napoli, e ricordato dal Vasari come barco cinto di mura per l’uccellagioni, a testimonianza dell’attività di caccia compiuta dall’imperatore. Nel territorio erano comprese diverse aree boschive di una zona denominata Guardialto e un lago, oggi scomparso.

L’edificio è a forma rettangolare, misurante 29,4 x 58,7 m, allo stato attuale di rudere; in origine era a due piani, circondato da un piccolo cortile, e si accedeva da un’entrata detta cum porta magna, i lati lunghi comprendevano quattro torri quadrate, di cui restano solo le basi, ed era anche presente una cisterna, posta nei sotterranei, che garantiva sufficiente rifornimento di acqua. Il pianterreno era provvisto di vari depositi, forni, cucine e stalle, mentre l’ultimo piano conteneva una sala che ospitava il sovrano e gli uomini durante le battute di caccia o le riunioni generali della Curia.

Gravina Sotterranea: La cittadina è nota anche per la cosiddetta “Gravina Sotterranea”, ovvero un piccolo mondo sotterraneo che è venuto alla luce grazie ad un appassionato di speleologia nel 2004: Michele Parisi; che per anni ha studiato e scoperto, unitamente a volontari, diversi tesori sotterranei; esempi sono: cisterne, cunicoli e cantine che anticamente erano delle cave in tufo abbandonate intorno al ventesimo secolo. Oggi alcuni di questi siti sono in parte visitabili.

Economia: Le attività produttive gravinesi sono da sempre state vocate all’agricoltura e ai suoi derivati. La capacità imprenditoriale non è stata nella maggior parte dei casi capace di andare nella direzione di una trasformazione totale della materia prima che non è riuscita a creare alto valore aggiunto, se non quello relativo alla mera manodopera. Oggi, tuttavia, in generale, l’agricoltura risulta soffrire molto nella catena della produzione, rilegata al primo passaggio debole della catena. Pertanto, non è quasi più capace di creare grande ricchezza da distribuire agli individui.

La capacità artigianale gravinese è piuttosto ampia soprattutto se legata all’edilizia, al manifatturiero e all’agro-alimentare, ma resta intrapresa da imprese caratterizzate da ridotto numero di operatori e con fatturati tutto sommato modesti in confronto a parigrado in altre aree della regione. Il mobile imbottito resta una delle vocazioni dell’area, nonostante una crisi sostenuta è ancora capace di creare ancora qualche posto di lavoro, certo non agli stessi livelli dei primi anni 2000. Il turismo, nonostante l’ampia offerta paga l’incapacità di programmazione. Per tale assenza gli operatori procedono in ordine sparso, spesso improvvisando. Negli ultimi anni a Gravina sono state registrate circa 20.000 presenze con una forte presenza di stranieri.

Settore primario: Il vastissimo territorio di Gravina è solo in una modesta parte caratterizzato dal carsismo, mentre la frazione più significativa dell’agro gravinese si presta in maniera molto efficace all’agricoltura. Per lo più esso è destinato alla cerealicoltura. Estesi sono comunque i vigneti e gli oliveti. Questi ultimi hanno una caratterizzazione mista con le cultivar coratina, nostrana, ecc. In città sono presenti 9 frantoi di macinazione e trasformazione per la produzione dell’olio Extravergine di Oliva DOP Terra di Bari, qualità Castel Del Monte.

Molto spinta la presenza di pastifici per la trasformazione sia del grano duro che di altri cereali. Aziende di produzione dei prodotti da forno come il tarallo all’uovo o il sasanello. Il territorio di Gravina, dà inoltre, nome alla Verdeca di Gravina, famoso vino bianco. Interessante, è inoltre il comparto della trasformazione del latte, con la presenza di numerose produzioni della tipicità autoctona al cui apice troviamo il formaggio Pallone.

Settore secondario: È concentrato soprattutto nell’area artigianale P.I.P., molto vasta. Le attività principali sono il manifatturiero legato al mobile imbottito, alle forniture d’arredamento, la trasformazione dei prodotti alimentari. Interessante è l’indotto dell’edilizia, che gravita attorno alle cave per l’estrazione della pietra calcarea gravinese: il tufo.

Numerose sono le aziende che oparano nel comparto. Ad ogni modo, gli artigiani che gravitano attorno al settore dell’edilizia apportano un contributo importante al reddito cittadino, con ampia specializzazione nei vari settori: elettrico, idraulico, del parquet, e dell’impiantistica in genere. Il metalmeccanico e il siderurgico vedono la presenza di alcune aziende con fatturati superiori ai 30 milioni annui, con mercato transnazionale.

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