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Angoli della nostra città… SANTO SPIRITO

Santo Spirito

Santo Spirito è un quartiere di Bari. Insieme a Palese-Macchie appartiene dal 2014 al V municipio (ex I circoscrizione), per un totale di 28.757 abitanti.

Geografia fisica

Il quartiere sorge all’estrema punta nord del capoluogo, 11 km a nord-ovest del centro. Confina a Nord con la costa Adriatica, a Est col quartiere di Palese Macchie, a Sud-Ovest con il comune di Bitonto, mentre a Ovest con il comune di Giovinazzo. Il nucleo principale di Santo Spirito costituisce geograficamente lo sbocco a mare di Bitonto e delle sue lame minori, come testimonia il toponimo di “Catino” che designava un’area paludosa e dove oggi sorge un quartiere soggetto a frequentissimi allagamenti a causa degli apporti meteorici provenienti dall’interno, e quindi dalla murgia bitontina, ed a cui la particolare conformazione geologica degli strati delle bancate calcaree in quella zona non consente di avere libero sfogo verso il mare.

Storia e peculiarità

Si crede che il suo litorale, fin da tempi remoti sia stato usato come porto, per la facilità di attracco per le imbarcazioni. Tale ipotesi è accreditata dal recente ritrovamento, sul fondale poco a largo della baia, dei resti d’una piccola nave da trasporto romana e d’anfore databili tra il II secolo a.C. ed il I d.C. Lo storico Vito A. Melchiorre scrisse che la più antica citazione del luogo è quella del geografo arabo Al Edrisi (1099-1164), in un trattato di geografia scritto per il re normanno Ruggero II di Sicilia, mentre in un contratto agrario del 1261 viene citata come “locus Sancti Spiriti”.

Vi sono testimonianze, in particolare raccolte dal compianto prof. Lozito, che Santo Spirito sia stato luogo di breve sosta di San Francesco nel suo peregrinare per le terre d’Italia e soprattutto come scalo intermedio per il suo viaggio in Terra Santa. A memoria di tale evento, da lungo tempo è presente, al centro della fontana della piccola area verde prospiciente il porto, una bella statua bronzea del Santo (nell’atto di far bere dalle sue mani leggiadre colombe). La località fu fortemente contesa tra i comuni di Bari e Bitonto, dal XIII al XVI secolo in quanto Bari, città marinara e commerciale voleva servirsene per espandere la sua influenza verso Nord (Santo Sp. si trovava infatti sulla via marittima tra Bari e Barletta) e Bitonto non voleva rinunciare ad un prestigioso sbocco sul mare (giacché di fatto, Santo Sp.

È proprio lo sbocco a mare naturale di Bitonto, che se ne sentiva quindi privata). Ciò portò alla delimitazione dei confini una prima volta nel 1265, con lapides finales ed una seconda volta nel 1585 (per ordine dei regnanti Aragonesi) con cinque “titoli” (quattro di questi sono tuttora visibili), che sostituirono le lapidi precedenti[5][6]. Queste delimitazioni riconoscevano l’appartenenza di S. Sp. a Bitonto ed il restante territorio ad est di via Candela (le attuali vie Titolo, Capitaneo e Brengola in Palese) parte del comune barese. Quindi per molti secoli la località fu marina e porto commerciale di Bitonto e a questo status deve il suo iniziale sviluppo urbano. Non essendo il fondale della baia santospiritese abbastanza profondo, Bitonto non poté che limitarsi ad utilizzarlo come porto peschereccio e turistico (o comunque per imbarcazioni di media o piccola stazza).In questi stessi secoli e soprattutto nel XIX, diversi ricchi bitontini usavano costruirvisi ville da abitare d’estate, la maggior parte di queste ville si trovano in Corso Umberto I.

L’annessione di Santo Spirito a Bari, come sua frazione, s’ebbe nel settembre 1928 (durante il regime fascista), per volontà dell’allora Sottosegretario al Ministero dei lavori pubblici Araldo di Crollalanza. Ne divenne quartiere nel 1970. Nel 1979, unita a Catino e San Pio -ex Enziteto- (quartieri edificati negli anni cinquanta del XX secolo) ed alla vicina Palese, formava la I Circoscrizione del Comune di Bari. Il nucleo originario del paese è quello prospiciente al porto ed al lungomare, conosciuto dai santospiritesi come “Marineria” e databile presumibilmente tra la fine del XVI ed il XIX secolo; perlopiù case di pescatori.

A questo nucleo s’aggiunse poi, nei secoli successivi quello lungo via Napoli (già via Bari-Giovinazzo) e le case lungo le vie conte Mossa e corso Garibaldi (probabilmente databili ai secoli XIX-inizi XX). Via Napoli un tempo importantissima via di comunicazione (che, attraverso l’abitato di Santo Spirito e dell’attigua Palese si collegava, prima delle modifiche degli anni settanta, direttamente a Bari, in corrispondenza di Piazza Massari e del Castello Svevo) conserva tale nome in quanto portava proprio alla capitale del Regno delle due Sicilie (quando non esistevano ancora le autostrade e si dovevano attraversare tutti i centri urbani lungo il percorso).

Nel suo “Bitonto nella storia”, lo storico bitontino Luigi Sylos racconta che nei secoli passati, una certa “via Catina” (forse corrispondente all’odierna “strada Catino”, che s’innesta in via c. Mossa) collegava Bitonto alla sua marina, prima che venisse costruita la strada Bitonto-Santo Spirito. Poi nel 1860, la costruzione della linea ferroviaria adriatica più a sud di via Napoli delimitò e delimita tuttora l’abitato. Nel secondo dopoguerra le moderne lottizzazioni (e quindi le costruzioni di nuovi edifici) occupano tutti i posti rimasti liberi nel centro (che è compreso tra le vie Bonavoglia e Lippolis a est e De Pascale e Malta ad ovest) mentre ancora ad est verso Palese ed ovest verso Giovinazzo si sviluppano, sparsi nel verde, moderne ville o complessi residenziali (più condominiali verso Palese, a carattere di residence di ville sulla vecchia Statale 16 verso Giovinazzo).

Santo Spirito, in maniera simile a Palese (facente parte della stessa Circoscrizione), ha incrementato notevolmente la popolazione residente negli ultimi decenni, accanto alla crescita della popolazione non residente ma che vi si insedia nei mesi estivi. Conserva la settecentesca chiesa dello “Spirito Santo”(fino al 1982 dipendente dalla Diocesi di Bitonto, successivamente accorpata all’Arcidiocesi di Bari-Bitonto), ristrutturata e allargata alla fine degli anni cinquanta sotto il lungo sacerdozio del bitontino mons. Leonardo Piglionica.

Nel suo aspetto attuale presenta due torrini campanari gemelli che ne caratterizzano le forme ed il profilo urbano, stagliandosi verso l’alto nello skyline dell’abitato. Caratteristica è anche la originale meridiana che orna la facciata sud della chiesa. Vi sono ancora le ville ottocentesche delle famiglie alto-borghesi soprattutto bitontine, molte delle quali opere dell’architetto Castellucci (tra le quali ricordiamo Villa Cioffrese e v. Gentile del feudo Torricella – oggi Messeni- sulla provinciale B.-S. Sp.), che in maggior numero andarono a puntellare il percorso di via Napoli. Fino a circa un decennio fa era ancora visibile il tracciato, con tanto di rotaie, della ferrovia a binario unico e a scartamento ridotto che collegava direttamente Bitonto con il mare. Molto gradevole è poi la passeggiata del lungomare, che da quasi al confine con Giovinazzo raggiunge Palese.

Tratto da: “Wickipedia” – https://it.wikipedia.org/wiki/Santo_Spirito-Catino-San_Pio

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